Sin dai tempi di Guido Gozzano, reporter incantato che si avventurava nelle magie e nei violenti contrasti della «cuna del mondo», e delle prorompenti reinvenzioni esotiche di Emilio Salgari, l’India ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella fantasia collettiva degli Italiani, sino a porsi come rifugio e alterità radicale per quanti si sentono insoddisfatti dai modelli occidentali di vita e di pensiero. Serbatoio di spiritualità millenarie, di miti e di leggende, crogiuolo di civiltà e linguaggi, oggi l’India si sta affermando come seconda potenza industriale d’Asia, anche se vede accentuarsi le proprie laceranti contraddizioni tra povertà e ricchezza, tradizione e modernità. Alla letteratura, ancora una volta, il compito di interpretarle, sin da quando trent’anni la folgorante apparizione di Salman Rushdie ha improvvisamente rivelato un mondo letterario praticamente sconosciuto. Rispetto agli scrittori della diaspora, che raccontano le scissioni di chi, abbandonato il Paese d’origine, ha scelto di vivere in Occidente, il Salone 2010 vuole privilegiare i narratori che sono rimasti in patria, a vivere e descrivere una realtà che con la sua debordante umanità resta un gigantesco serbatoio di storie capaci di coinvolgere il lettore. Accanto a scrittrici largamente apprezzate in Occidente, come Anita Desai eAnita Nair, hanno confermato la loro partecipazione anche Vikas Swarup, il diplomatico-scrittore che ha conosciuto una fama mondiale attraverso il filmSlumdog Millionaire tratto da un suo romanzo; e Tarun Tejpal, Altaf Tyrewala,Kiran Nagarkar, Tishani Doshi, mentre devono ancora sciogliere le loro riserveVikram Chandra e Sukhetu Mehta. Ma non mancheranno gli scrittori occidentali che, come Gregory David Roberts, autore di un libro di culto ambientato a Bombay, Shantaram, hanno dato dell’India una rappresentazione memorabile. Accanto ai narratori ci saranno anche storici, giornalisti, economisti, ecologisti, impegnati nell’analisi dei complessi problemi che legano tra loro le economie globalizzate, i costi ambientali dello sviluppo (è appena trascorso il 25° del disastro di Bhopal), le aree di povertà estrema. A completare il quadro delle culture indiane, spettacoli di danza e di musica, e un ciclo di film. Per preparare l’appuntamento e stringere i legami con il mondo culturale di questo immenso Paese sospeso tra affascinanti tradizioni e tumultuoso sviluppo, la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura sarà in India dal 20 al 26 gennaio 2010, dove è stata invitata a presentare la prossima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino presso l’Istituto Italiano di cultura diNew Delhi. Nell’occasione verrà anche presentato il nuovo Dizionario sanscrito–italiano curato dal Cesmeo (Centro Studi sul Medio ed Estremo Oriente) di Torino. E negli stessi giorni la Fondazione sarà ospite straordinario della quinta edizione del Jaipur Literature Festival, a Jaipur (Rajastan), dove presenterà un vivace display della cultura letteraria italiana. La missione è resa possibile grazie al sostegno della Camera di Commercio di Torino e della Regione Piemonte.
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