Nell’ambito della letteratura indiana contemporanea si è assistito all’emergenza di nuovi talenti, i cui romanzi hanno lasciato un segno. Uno dei più sensazionali eventi letterari del passato abbastanza recente è stata la pubblicazione di Midnight’s Children di Salman Rushdie.
L’opera, oltre a riscuotere un successo internazionale, ha influenzato un’intera generazione di giovani romanzieri indiani, che ha cercato di seguire le sue orme. Tra tutti questi scrittori uno dei più interessanti è proprio Rohinton Mistry, con il suo romanzo Such a Long Journey, scrittore emigrato in Canada, ma ancora totalmente legato alla madrepatria: l’India. Il merito maggiore di Mistry è quello di aver catturato totalmente nelle proprie opere l’affollata e movimentata vita del continente indiano.
Per questo, la sua narrazione offre un importante e ricco contributo alla letteratura anglo-indiana, a quella indiano-canadese e alla fiction della Commonwealth.
LA LETTERATURA INDIANO-CANADESE; Un recente studio di Suguna Siri (1988), riporta che tra il 1962 e il 1982, un sorprendente numero di scrittori sud-asiatici pubblica i propri lavori in inglese. Egli attribuisce il termine sud-asiatici a quei canadesi che fanno risalire le loro origini a India, Sri Lanka, Pakistan e Bangladesh. Si distinguono due ondate di immigranti che dall’Asia meridionale raggiungono le coste del Canada: la prima durante la dominazione britannica; l’altra dopo l’indipendenza ottenuta dall’India.
A cold coming we had of it Just the worst time of the year For a journey, and such a long journey [...] T.S. ELIOT, Journey of the Magi.
La citazione riportata è una delle tre epigrafi che aprono il romanzo Such a Long Journey, da cui Mistry trae il titolo dell’opera stessa. È importante precisare che la scelta della parola “journey” assume, per Mistry, un significato simbolico in quanto si riferisce alla vita e alle vicende che si muovono intorno alla figura centrale del romanzo, Gustad Noble. L’esistenza di Gustad è paragonata ad un lungo viaggio durante il quale egli dovrà affrontare svariati ostacoli e difficoltà. Paradossalmente gli insuccessi e l’infrangersi di sogni e aspettative lo renderanno ancora più forte; la sua bontà d’animo e la sua fermezza costituiranno il maggiore trionfo nella vita di Gustad.
L’azione si svolge a Bombay nel 1971, l’anno della guerra tra l’India e il Pakistan. Gustad Noble, impiegato di banca vive con la famiglia nel complesso residenziale del Khodadad Building; egli è la sola voce ragionevole nella comunità, la sua pacata dignità e il suo forte senso morale spiccano tra i tanti drammi di cui sono protagonisti i suoi litigiosi vicini.
Pian piano, però, il protagonista vede la sua modesta esistenza sgretolarsi. La figlia minore, Roshan, si ammala e non guarisce, a dispetto delle cure; il figlio maggiore Sohrab, brillante studente, si ribella alle ambizioni che il padre ha per lui e se ne va di casa; il figlio minore Darius si innamora della primogenita del peggiore vicino, Mr. Rabadi. Tutto sembra sfuggire al suo controllo.
Un giorno Gustad riceve una lettera da un vecchio amico, il Maggiore Bilimoria, considerato quasi un secondo padre dai suoi figli, scomparso senza lasciare traccia e che ora lavora per un settore della CIA, operante presso il governo di Indira Gandhi. Bilimoria gli chiede di aiutarlo in quella che da principio sembra una missione eroica. Per lealtà verso l’amico, Gustad accetta, nonostante l’iniziale titubanza e la costante preoccupazione; ben presto però si ritrova complice in una impresa poco chiara che finisce per sprofondarlo in una pericolosa rete di sotterfugi.
La fine del romanzo coincide con un serie di eventi funesti: la morte, a causa di un male incurabile, dell’amico e collega di lavoro Dinshawy, la scoperta del “complotto” nei confronti del Maggiore Bilimoria e la sua improvvisa e poco chiara morte in seguito alle torture inflittegli dalle “infrastrutture governative”.
L’unico avvenimento che fa riaccendere la speranza nel cuore di Gustad è il ritorno a casa di Sohrab. In questo clima di generale disperazione si apre uno spiraglio di luce, un desiderio di attesa che vuole essere di buon auspicio non soltanto per la famiglia Noble, ma per l’intera umanità.
Gustad Noble si può definire un eroe tragico che passa da uno stato di precaria felicità alla miseria più devastante.
Al di là delle vicende personali di Gustad, sono le mille realtà e le mille figure dell’universo indiano le vere protagoniste di questa complessa e affascinante storia.
Da una prima analisi del romanzo appare evidente l’esigenza di Mistry di centralizzare la “comunità” nella sua narrativa; questa prerogativa deriva da un senso di protezione nei confronti della propria cultura. La scrittura rappresenta il modo migliore per preservarne l’integrità.
Il concetto di “comunità” è uno dei Leitmotiv della narrativa mistryana. Lo stesso tema è ripetuto, ad esempio, in Tales From Firozsha Baag, dove Mistry scrive: “With the skill of a miniature painter, the residents of the “Baag” flat, and the local colour is totally authentic”. Il complesso residenziale del Firozsha Baag è il microcosmo nel quale si svolge l’azione dei personaggi; esso è legato al ricordo della realtà indiana personalmente vissuta nel periodo della propria adolescenza.
Molti personaggi di Such a Long Journey si identificano in una collettività che ha come comune denominatore la cultura parsi; spesso però, essi presentano caratteristiche individuali proprie che li contraddistingue rendendoli unici. L’universo umano di Mistry è, difatti, ricco di figure poliedriche che spaziano da quella buffa a quella triste, da quella buona a quella malvagia. Tra i personaggi principali vanno dunque ricordati: il collega di lavoro di Gustad, Dinshawy, figura singolare con il suo umorismo e la sua maschera comica; l’amico dell’infanzia Malcolm Saldhana, che ha iniziato Gustad alla musica occidentale e ai miracoli della chiesa cattolica di Mount Mary; il Dottor Paymaster, medico di famiglia, incapace di trovare una cura giusta per la piccola Roshan e Peerbhoy Paanwala, il dispensatore di Paan e di aneddoti ai visitatori del bordello di prostitute.
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