Il riconoscimento di Sakuntala di Kalidasa fu il primo grande classico indiano a penetrare nella cultura occidentale, già alla fine del settecento, e a confermarsi poi, come scrisse il grande indologo Abel Bergaigne, "quello il cui gusto è meno lontano dal nostro". Di fatto, la storia di Sakuntala è una grande storia d'amore, una vicenda archetipa, che può essere messa accanto a quella di Tristano e Isotta o di Morgana e Artù.
La bellissima Sakuntala è figlia di un asceta e di una Ninfa celeste: di lei si innamora perdutamente il re Dasyanta, che la incontra nella foresta durante una battuta di caccia. Ma alla magia amorosa se ne oppone un'altra, nefasta, legata alla potente maledizione di un asceta: essa provocherà l'oblio dell'amore in Dusyanta e una separazione dolorosa e insanabile. Eppure alla fine si giungerà al "riconoscimento di Sakuntala" e la forza del grande amore tornerà ad agire.
Kalidasa, che visse intorno al V secolo d.C., è l'espressione suprema dell'arte letteraria indiana, arte squisita, altamente formale, che richiede una conoscenza approfondita delle sue regole e dei suoi fondamenti teorici per essere apprezzata nei suoi molteplici sapori. Di quest'arte Il riconoscimento di Sakuntala, dramma in prosa e in versi, ricchissimo di registri, è in un certo modo l'essenza.
Vincenzina Mazzarino, la maggiore esperta italiana di poetica indiana.
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